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19-Novembre-2008

Medico italiano esegue il primo trapianto di trachea

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Eccezionale trapianto di trachea in Spagna, eseguito da una equipe guidata da un medico italiano.
Il primo intervento del genere al mondo, e soprattutto il primo senza l'uso di farmaci antirigetto.

L'organo è stato impiantato su una giovane donna di 30 anni, che aveva subito il danneggiamento della trachea a causa di una tubercolosi. L'intervento è stato realizzato nel giugno scorso da Paolo Macchiarini, responsabile del Servizio di Chirurgia toracica della Clinic de Barcelona, in collaborazione con specialisti del Politecnico di Milano, delle Università di Bristol e di Padova. Ne dà notizia la rivista scientifica 'The Lancet'."La giovane - spiega Macchiarini all'ADNKRONOS SALUTE - aveva sviluppato un collasso della parte terminale della trachea. Purtroppo, il trattamento con le terapie convenzionali (farmaci e stent) non dava i suoi frutti". L'unica soluzione era l'asportazione del polmone sinistro. Ma "a quel punto - racconta l'esperto - abbiamo pensato di proporre alla paziente il trapianto della trachea.

Il primo di organo completo e, soprattutto, il primo senza l'uso di farmaci immunosoppressori". Per far sì che il sistema immunitario del ricevente accettasse la trachea senza l'impiego di terapie antirigetto, gli specialisti hanno fatto ricorso a una tecnica di ingegneria tissutale. Il risultato è stato una sorta di organo 'ibrido' tra donatore e paziente. "La tecnica - riferisce Sara Mantero, del Dipartimento di bioingegneria del Politecnico di Milano, che ha fatto parte del team di Macchiarini - consiste nel prendere un tratto di trachea del donatore cadavere e decellularizzarlo. Contemporaneamente vengono prelevate, e fatte crescere, le cellule staminali ed epiteliali della ragazza.

Poi - spiega la Mantero - attraverso un bioreattore rotante, una sorta di camera di plastica che permette di manipolare la trachea del donatore, abbiamo inseminato sulla trachea del cadavere le cellule della paziente, generando così un tratto di trachea totalmente immunocompatibile". L'obiettivo, ora, è utilizzare questa innovativa tecnica anche per il trapianto di altri organi. "Assolutamente sì", conferma Macchiarini. "Il traguardo è quello di utilizzare questa tecnica 'no rigetto' anche per altri tipi di trapianto.Ad esempio per quello della laringe o del colon".

Malgrado la soddisfazione per l'intervento perfettamente riuscito, Macchiarini non nasconde un sottile dispiacere.

Quello di essere stato costretto a emigrare per mettere in pratica i suoi studi. Il professore, ora cinquantenne, dal 1991 lavora in Spagna. E' uno dei tanti cervelli italiani in fuga. "Purtroppo - commenta con un pizzico di amarezza - in Italia non c'è nessuna possibilità di mettere a frutto le proprie conoscenze scientifiche. Basta guardare tutte le polemiche che si stanno ultimamente sollevando intorno alle università italiane", conclude.

Press release courtesy:
Adnkronos Salute

Image courtesy:
Kehoe Art Studio Contemporary
Art inspired by the human form

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